TUDCA, un acido biliare promettente nel trattamento della SLA da dati clinici preliminari italiani

L’acido tauroursodeossicolico (TUDCA) è sicuro e può essere efficace nel trattamento della sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Lo dimostrano i dati clinici preliminari di uno studio pilota pubblicato online sull’European Journal of Neurology.

«TUDCA è un acido biliare idrofilo prodotto dal fegato e utilizzato per il trattamento delle malattie epatiche croniche colestatiche» ricordano gli autori, coordinati da Alberto Albanese, dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano. Studi sperimentali – aggiungono i ricercatori -suggeriscono che TUDCA possa svolgere un ruolo citoprotettivo tramite effetti antiapoptotici, immunomodulatori e antiossidanti, con potenziale attività neuroprotettiva.

Albanese e collaboratori hanno quindi adottato un approccio “proof of principle” per fornire dati preliminari relativi all’efficacia e alla tollerabilità di TUDCA in una serie di pazienti affetti da SLA. In uno studio disegnato come trial controllato con placebo in doppio cieco, 34 pazienti con SLA in trattamento con riluzolo – randomizzati a placebo o TUDCA (1 g bis/die per 54 settimane) sono stati valutati dopo un periodo iniziale (lead-in) di 3 mesi. I pazienti sono stati sottoposti a visita ogni 6 settimane.

L’outcome primario era rappresentato dalla quota dei soggetti responsivi (ovvero quei soggetti che presentavano un miglioramento di almeno il 15% nella curva dell’Amyotrophic Lateral Sclerosis Functional Rating Scale Revised [ALSFRS-R] durante il periodo di trattamento rispetto alla fase iniziale). Gli outcome secondari comprendevano un confronto delle ALSFRS-R fra trattamenti al termine dello studio, un confronto delle curve di regressione lineare per punteggi medi di ALSFRS-R e la comparsa di eventi avversi.

TUDCA è risultato ben tollerato e non si sono evidenziate differenze tra gruppi in termini di eventi avversi. La quota dei pazienti responsivi era superiore nei soggetti in trattamento con TUDCA (87%) rispetto a quelli inseriti nel gruppo placebo (P=0,021; 43%). Al termine dello studio, l’ALSFRS-R corretto per la baseline è apparsa significativamente superiore (P=0,007) nel gruppo TUDCA rispetto a quello placebo.

«Questo trial è il primo che riporta la tollerabilità e dati pilota degli effetti del TUDCA in pazienti con una malattia neurodegenerativa» affermano Albanese e collaboratori. «La ricerca è stata eseguita in una popolazione omogenea di pazienti con fenomenologia sovrapponibile, fenotipo a insorgenza spinale e durata di malattia all’inizio dello studio
«Non si sono evidenziate importanti preoccupazioni relative alla sicurezza» sottolineano. «I sintomi gastrointestinali sono un effetto collaterale del TUDCA, come confermato in questa popolazione affetta da SLA, e non hanno compromesso la partecipazione al trial di alcun paziente. La frequenza di eventi avversi nel gruppo TUDCA è stata simile a quella vista in precedenti trial clinici su pazienti con cirrosi biliare primaria».

In sintesi, affermano gli autori, «questo studio ha dimostrato che il trattamento con il TUDCA per 1 anno alla dose di 2 g al giorno è associa a un più lento deterioramento della funzione nei pazienti con SLA. Questo effetto è addizionale a quello del riluzolo e quasi il 90% dei pazienti trattati con TUDCA ha un miglioramento della curva ALSFRS-R =/>15%. Ciò potrebbe rappresentare una riduzione clinicamente significativa del deterioramento funzionale, dato che un rallentamento del declino della ALSFRS-R del 15% è stimata pari a un prolungamento della sopravvivenza mediana di 4-5 mesi».